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Sarà un artista di origine toscana a rappresentare la pittura argentina all'Expo 2015 di Milano. Pablo Solari, che per i suoi quadri prende ispirazione dalle piccole vicende della quotidianità, è un affermato pittore argentino molto legato alle sue radici toscane: i suoi genitori infatti emigrarono dalla Lucchesia negli anni Venti e Trenta.

Ci parli del suo percorso artistico: quando ha iniziato a dipingere e quali sono le tematiche che affronta nel suoi quadri?
Ho cominciato a disegnare fin da bambino, all’età di quattro anni. Era un desiderio innato che sentivo dentro di me, così naturale come fosse una maniera di giocare. Creavo così fumetti senza scrivere i dialoghi, perché non sapevo ancora scrivere, ma io stesso dopo aggiungevo le parole nel rivederli. Mia madre, essendo consapevole delle mie inclinazioni naturali alla pittura e volendo farle sviluppare in modo corretto, all’età di nove anni mi scrisse in una piccola scuola di arte per fanciulli che c’era nel mio quartiere. Fu proprio lì che imparai le tecniche del disegno e le regole per dipingere a tempera, acquerello e in particolare ad olio.
Frequentai la scuola elementare, poi la media e le superiore, che in Argentina a quel tempo erano unite: così diventai ragioniere. Intrapresi poi gli studi all’università forse mai convinto in pieno, mi sentivo mancante di qualcosa. Un giorno decisi di lasciare l’università e dedicarmi in pieno a quello che sentivo più vivo in me, la pittura. La mia scelta fu rispettata dai miei genitori, che solo mi misero una condizione: “Va bene, sempre che tu la prenda sul serio”. Da sempre ho ritenuto di essere un pittore di affreschi, nel senso che ogni mia opera la vedo come un grande affresco di cui il quadro è solo una parte, una parte sì ma quella che meglio rappresenta e fa intuire l’opera completa. Vale a dire che un mio quadro è come una posa fotografica con la quale il fotografo con la sua sensibilità intende far capire tutta l’intera scena. Ed è proprio per questo motivo che conta lo studio del fumetto, in cui ogni quadretto è un segno efficace per capire la trama. I temi su cui realizzo le mie opere sono liberi, si può dire tutto ciò che attira la mia attenzione. Osservo le situazioni, tento di capirne il perché dal interno, le interpreto e le plasmo nell’opera dandone la mia opinione. La mia ispirazione attinge dal quotidiano, dal sociale, vicende sulle quali do la mia visione attraverso il pennello. Benché tante volte i miei personaggi evidenzino sentimenti di disagio, le mie opere sono aperte alla speranza.

Lei è di origine toscana, da che paese provenivano i suoi parenti e qual è il suo rapporto con le sue radici?
I miei nonni e genitori erano di Massarosa – Bozzano, in provincia di Lucca. La famiglia di mia madre è emigrata in Argentina alla fine degli anni Venti, la famiglia di mio padre all'inizio degli anni Trenta. Le famiglie si conoscevano perché provenivano da un piccolo paese, ma questi rapporti si sono approfonditi nell’ambito dei paesani emigrati, così i miei genitori si sono conosciuti e nel 1950 si sono sposati. Dei nostri avi, io e i miei fratelli abbiamo conosciuto solo la nonna Beppina, che abitava con noi e che con la sua vita ci ha tanto arricchito nella nostra formazione. Lei capiva e sapeva parlare lo spagnolo, ma a casa nostra parlava in italiano. Al guadagno linguistico si aggiunse uno di maggior spessore, quello culturale. La nonna, così la chiamavamo, non era più istruita della terza elementare, ma di vasta cultura tradizionale, così di solito con i ferri in mano e il gomitolo, ci raccontava storie e vicende del paese natio, ci tramandava racconti persino di Leonardo e Michelangelo. Da lei abbiamo saputo tante cose, del bisavolo materno Lorenzo Paoli un pittore lucchese, del suo “zi’ frate Pellegrino”. Ci spiegava gli argomenti delle opere di Puccini, Torre del Lago era a due passi da Massarosa.
Sono stato a Massarosa tre volte, la prima visita per me e stata impattante, i luoghi raccontati erano lì, le persone delle storie non c’erano più, ma i parenti sì, i sapori in sostanza erano quelli. L’ultima volta mi hanno fatto vedere i disegni del bisnonno Lorenzo. Avevo riscoperto le mie radici! I critici dell’arte della pittura mi definiscono come un pittore che sa rappresentare il latinoamericano, ma pochi si sono accorti che il mio stile è quello di ricreare i classici italiani con un’aria latinoamericano.

È stato scelto come rappresentante della pittura argentina all´Expo di Milano, quali opere saranno esposte per l'occasione?
Sono stato scelto dal Consolato argentino a Milano, confermato pure dal ministero degli Esteri dell’Argentina e con l’accordo del comune di Milano, che si è impegnato a mettere a disposizione un locale per la mia mostra. Expo Milano 2015 è una fiera internazionale dell’alimentazione, pertanto presenterò opere su questo argomento. Ho fatto diversi quadri sulla vendemmia, sulla raccolta della canna di zucchero, sulla coltivazione delle mele, sulla vendita ai mercati, e pure mi sto impegnando a fare delle opere sul motto della Fiera di Milano. Il numero di quadri che porterò alla mostra sarà subordinata alla ampiezza del ambiente che il Comune di Milano metta a mia disposizione. Il Consolato Argentino a Milano mi ha pure manifestato l’intenzione di fare una mostra itinerante con le mie opere percorrendo alcune città del nord d’Italia.

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